IL SINTOMO. Che cos’è?
Quando qualcuno mi parla dei suoi sintomi ho sempre l’immagine del corpo come di uno spazio in cui si litiga, si parla, si discute e si collabora; è un raduno di gente che dice la sua, c’è chi si lamenta, chi incolpa l’altro e chi fa la vittima. Quello che si lamenta di piu è quello che sta generando il sintomo e chi si lamenta, lo sappiamo o è un rompiballe che non sa che fare o ha subito tanto. In ogni caso, non è in pace e dobbiamo guardare con chi è in comunicazione: chi lo ha fatto davvero andare su di giri? Per quale motivo? Chi nel sistema non sta svolgendo il suo compito?
L’idea di andare a cercare le cause del sintomo, quando si parla di medicina, è oggi un’idea abbastanza diffusa ed accettata e di questo possiamo ritenerci fortunati e orgogliosi. Noto spesso, tuttavia, che questo aspetto, seppur vero, viene utilizzato come una lama a doppio taglio dal paziente in sofferenza che comincia ad entrare in una spirale di razionalizzazioni in cui cerca i perché e le “colpe” per il fatto di stare male. Non è questo che intendo come ricerca delle cause del sintomo e la mente da sola non è lo strumento adatto per fare luce su questi aspetti.
Cosa fa un animale quando sta male o è ferito? Niente! Si nasconde, si lecca le ferite e aspetta. Si rifugia dal mondo, limita le interazioni e così facendo il sistema porta tutte le sue risorse a cercare di risolvere il problema che lo affligge.
Non si mette a pensare ai traumi nella sua infanzia, alle sincronicità, ai motivi “energetici” per cui ha sviluppato quel sintomo. In un primo momento abbiamo solo bisogno di recuperare questo semplice approccio animalesco: mettiti a letto, al caldo, mangia poco, riposa, sii semplice.
Non c’è nulla che tu debba fare.
E per questo è importante e utile rivolgersi a qualcuno di cui puoi aver fiducia per mettere in pausa la tua preoccupazione e staccare la spina al vortice di pensieri che talvolta ci risucchia, abbiamo bisogno di qualcuno che si prenda cura di noi e che sappiamo che farà di tutto per tenerci al sicuro.
In questo stato possiamo veramente ampliare ed espandere in modo significativo le nostre capacità di autoguarigione. Il mio compito sarà invece proprio quello di individuare le cause che potrebbero aver portato il tuo terreno a indebolirsi e a sviluppare le problematiche di cui stai soffrendo e lavoreremo sinergicamente, me e te, per metterti nella condizione di stare sempre meglio e di poter godere sempre di più della gioia di abitare un corpo sano.
Troveremo probabilmente cause plausibili in molte delle tue abitudini e con ottime probabilità ti sentirai presto molto meglio. Ma se vogliamo fare veramente un lavoro ampio che dia sostanza alla tua vita dovremo aprirci al sentire, all’ascolto e andare vedere che cosa sta accadendo veramente nella tua vita. Che cosa vuole essere risvegliato? Ma vedi questo però non è un compito da capire ma è qualcosa che dobbiamo vedere, che deve giungere ai nostri organi di senso: è una risposta che arriva come un’onda luminosa, un sogno ad occhi aperti, una lacrima che ci coglie alla sprovvista.
Per questo il sintomo è sempre un’occasione, ma solo se ci apriamo a lui, se non lo feriamo con i nostri ragionamenti, dobbiamo aspettare che sia lui a venire da noi, a parlarci dei nostri bisogni, dei nostri desideri, di direzioni di vita che fino a quel momento non poteva neanche prendere in considerazione perché forse erano molto distanti dalla vita che facevamo.
il sintomo nasconde sempre un problema di comunicazione tra le parti. Le “informazioni” non vengono trasmesse in modo corretto, a volte vengono distorte, a volte vengono perse, altre volte amplificate. Il mio compito come osteopata, quindi per quel che riguarda l’aspetto fisico, sarà quello di andare a ripristinare questo flusso di informazioni, renderlo il più possibile snello ed efficiente. Non è davvero una cosa complicata: di fronte a un buon ascoltatore il corpo comunica abbastanza presto quello di cui ha bisogno e il modo in cui desidera essere sbloccato.